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Immagine del redattoreSabrina Allegra

L'empowerment economico delle donne

Aggiornamento: 5 mar 2021

Uno strumento per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione della violenza di genere 

Nonostante i notevoli progressi avvenuti negli ultimi quarant'anni in favore della tutela internazionale delle donne, tra i quali la Convenzione di Beijing del 1979 (CEDAW) e la Convenzione di Istanbul del 2011, ancora oggi 1 donna su 3 nel mondo risulta essere stata vittima di violenza psicologica o sessuale, quasi sempre esercitata dal partner o dall'ex.


Vivere esperienze di violenza comporta seri danni alla salute psico-fisica della donna che la conduce in uno stato di depressione, isolamento sociale e di povertà (Rapporto OMS 2002).


Le conseguenze di questo fenomeno, diffuso globalmente e trasversalmente in tutte le classi sociali, costituiscono un elevato costo sociale ed economico per la società stessa, come sostiene il Direttore della Banca Mondiale Ede Ijjasz-Vasquez in questa testimonianza:

Uno dei 17 obiettivi della nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dall'Onu il 27 settembre 2015, rimanda alla preminente necessità di eliminare ogni forma di disuguaglianza di genere promuovendo, al tempo stesso, la legittimazione di tutte le donne e ragazze (Goal 5. Achieve gender equality and empower all women and girls).

Parlare di sviluppo sostenibile implica agire su tre fronti interconnessi fra loro, quello economico, ambientale e sociale, in una prospettiva che, per la prima volta nella storia, è stata accolta a livello globale e vedrà nei prossimi 14 anni i 193 Stati membri dell'Onu impegnati a conseguire i risultati attesi.


Violenza domestica, povertà, barriere socio-culturali nell'accesso all'istruzione, al lavoro e al credito, fame, malnutrizione, basse o inesistenti condizioni igienico-sanitarie: sono solo alcuni dei problemi che affliggono le donne e le ragazze nel mondo.


Anche in ambito occupazionale il gap di genere nel mondo è ancora marcato: solo la metà delle donne lavora, contro i 3/4 degli uomini. A parità di competenze le donne guadagnano meno degli uomini, a livello globale circa il 24% in meno, oltre che con minori garanzie contrattuali. Considerando le ore investite nel lavoro di cura, in ambito domestico, le donne inserite nel mercato del lavoro affrontano giornate lavorative più lunghe rispetto agli uomini, senza tuttavia ricevere alcun riconoscimento economico.


Lo sviluppo sostenibile si realizza, dunque, attraverso il programma d'azione dei singoli Stati membri, definito dall'Agenda 2030, nella direzione di una progressiva riduzione delle condizioni di vulnerabilità delle donne e delle ragazze, investendo in istruzione e campagne di sensibilizzazione, e in secondo luogo nella promozione del loro empowerment economico.

Con il concetto di empowerment, letteralmente "dare o conferire potere a qualcuno", le donne diventano attori di questa nuova strategia globale attraverso l'accesso ai servizi finanziari, le competenze in ITC (information and communications technology), l'acquisizione di diritti per l'accesso a risorse naturali ed economiche e a quelli riguardanti l'eredità.


L'indipendenza economica in ambito professionale e l'auto-realizzazione, rappresentano, oltre all'istruzione, i principali strumenti in grado di ridurre i rischi per le donne di trovarsi in condizioni di abusi e discriminazioni, anche se come sappiamo tali rischi pervadono tutte le classi sociali, donne in carriera comprese.

Se investire in sé stesse diventa un atto rivoluzionario in Paesi come l'India, in altri rimane pur sempre un atto di coraggio.

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