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  • Immagine del redattoreSabrina Allegra

100 anni per superare il gender gap

Aggiornamento: 27 apr 2021


Sono 144 i Paesi nel mondo coinvolti nell'ultima indagine di ricerca globale del World Economic Forum sulla parità di genere, arrivata quest'anno alla XII edizione. 

Il  Global Gender Gap Index 2017,  il documento di sintesi dei risultati di ricerca, oltre ad avere il merito di fornire importanti indizi rispetto alle disparità di genere, attraverso grafiche e strumenti intuitivi per un vasto pubblico, restituisce altresì una fotografia sulla ricchezza dei Paesi interessati, in termini di capitale umano e di capitale economico-finanziario.



L'aspetto interessante del Report è la possibilità di avere non solo una panoramica a livello nazionale e globale sul gender gap riferita ad oggi, ma, grazie alle rilevazioni di dati ripetute nel tempo, ci consegna una prospettiva longitudinale evidenziando eventuali miglioramenti o peggioramenti.


Per fare il punto della situazione, per ciascun Paese il WeF ha indagato il gap di genere fra uomini e donne in 4 aree di riferimento, sanità, istruzione, economia e politica, utilizzando oltre 70 indicatori di genere. Nella classifica globale l'Italia si posiziona all'82° posto, su un totale di 144 Paesi, totalizzando un punteggio di 0.692 sul continuum che va da 0 (disparità di genere) a 1 (parità di genere). Se da un lato il Report conferma il trend positivo per i paesi del Nord Europa (al 1° posto l'Islanda, 2° Norvegia, 3° Finlandia, 5° Svezia), dall'altro evidenzia alcune novità. Sono il Rwanda (4° posto), il Nicaragua (6° posto) e la Slovenia (7° posto) a testimoniare importanti passi in avanti fatti verso la parità di genere.


Secondo il Report, nonostante ci siano Paesi che abbiano raggiunto importanti traguardi, a livello globale questo sarebbe il primo anno dal 2006 a registrare un'inversione di tendenza nel raggiungimento della parità di genere. Stando alle attuali condizioni, le previsioni del WeF suggeriscono infatti che serviranno ancora 100 anni per annullare il gap esistente nel mondo (stima fatta sui 106 Paesi coinvolti fin dall'inizio dell'indagine), mentre la previsione dello scorso anno ne prevedeva 83.

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